ANALISI SUI PRIMI PROVVEDIMENTI DEL MINISTRO GELMINI, nella scuola di ogni ordine e grado, marzo 2010 di Marinella Galletti

 

Gelmini, tra le sue prime azioni, nella Scuola Primaria, sottrae risorse al tempo pieno italiano, una delle realtà più interessanti nel panorama educativo europeo: ribalta i moduli, recuperando la figura del maestro unico, là dove gli insegnamenti erano ripartiti fra tre docenti che ruotavano su due classi. Dati accertati riferiscono che l'abolizione del modulo e delle compresenze ha fruttato, al momento, 12.426 posti in meno dello scorso anno. Ma, oltre a questo evidente taglio effettuato sulle cattedre nella scuola primaria, è bene capire che si tratta di un vero ritorno culturale al passato, in quanto, scomparendo le figure di insegnanti esperti nelle aree disciplinari, al maestro unico rimane l’ onere di offrire agli alunni tutti gli insegnamenti! Un solo insegnante con l’ obbligo di specializzarsi nella didattica di tutte le discipline! Un’ impresa impossibile e inutile! che non può che condurre a grande impoverimento dei contenuti della didattica. La relazione educativa offerta da una sola figura di riferimento, nella realtà e nella società in cui viviamo della comunicazione, è una scelta anacronistica, che rischia di far ritardare i processi cognitivi nel bambino. Non vi è studioso, Pedagogista, oggi, che ritenga che vi sia una qualche utilità pedagogica legata al ripristino della figura del maestro unico.

 

Nella Scuola Media, già devastata dalla riforma Moratti che aveva parcellizzato l’ offerta educativa a una miriade di opzioni ed introdotto la compilazione di documenti spersonalizzanti come la certificazione delle competenze e il portfolio, utili solo alla burocrazia, al sovraccarico sterile di lavoro per gli insegnanti, senza produrre qualità formativa…. il copione si ripete, aumentati il numero degli alunni nelle classi: ben 18 mila ragazzini in più, risparmiando addirittura 220 classi. Diminuite anche le classi a tempo prolungato: meno 1.675 classi in tutto. Le cattedre sparite sono oltre 18 mila e, senza più ore a disposizione per le supplenze. Un solo esempio, tra tanti analoghi: a Reggio Emilia, in una Scuola Media, nei giorni scorsi, il Collegio Docenti è stato costretto a deliberare l’ obbligo per tutti di fare volontariato: supplire i colleghi assenti e senza remunerazione! I docenti hanno preferito questa opzione che li sovraccarica di lavoro non compensato piuttosto che vedersi riempire ogni giorno le classi di alunni provenienti da altre classi rimaste scoperte e vedere vanificata la propria azione didattica!

Per il prossimo anno il ministro intende alzare ancora il numero massimo di alunni per classe: nelle scuole elementari si avranno classi di 26-27 ragazzi e nelle superiori circa 33. Non può esservi qualità nell’ emergenza del sovraffollamento delle classi: i percorsi educativi non potranno che tornare ad essere, come in passato e ancor più, impostati sulla rigidità, sugli standard, anziché sull’ individualizzazione. Ben lontano, quindi, dal porre l’ alunno al centro dell’ azione didattica, priorità del processo educativo nella scuola. Pratica che si era sviluppata in un processo di energica crescita negli ultimi trent’ anni della scuola italiana, ora fatto inesorabilmente retrocedere.

Il sostegno. Numerose le sentenze dei Tribunali amministrativi che intimano al ministero dell'Istruzione di ripristinare il diritto degli alunni disabili ad essere assistiti da un docente di sostegno per l'intera giornata… "Non è moralmente tollerabile, ed è giuridicamente illegittimo - recita una recente sentenza del Tar Lazio a favore di due famiglie - che per il perseguimento di obiettivi di riduzione di spesa, gli uffici periferici del ministero della Pubblica istruzione provvedano a effettuare tagli indiscriminati agli organici degli insegnanti di sostegno degli alunni disabili gravi". La Consulta ha dichiarato incostituzionali i brutali tagli ai posti di lavoro degli insegnanti di sostegno, fondamentali per l’integrazione degli alunni disabili nella scuola. La Corte ha considerato che ” i due commi 413 e 414 dell’articolo 2 della Finanziaria per il 2008 non rispettano la Costituzione, in quanto ponendo un tetto al numero di insegnanti di sostegno, provocano “l’impossibilità per il disabile grave di conseguire il livello di istruzione prevista”, sono “in contrasto con i valori di solidarietà collettiva nei confronti dei disabili gravi”, ne impediscono “l’effettiva partecipazione alla vita sociale, economica e politica” e introducono “un illogico e irrazionale regime discriminatorio che non tiene conto del diverso grado di disabilità di tali persone, incidendo così sui loro diritti”. Le ore di sostegno, per altrettanti bambini della scuola materna, sono state dimezzate da 25 ore a 12 e mezzo. In effetti i numeri danno ragione ai giudici. Quest'anno, frequentano le classi italiane 5.399 portatori diversamente abili in più ma i docenti specializzati sono diminuiti di 422 unità. Risultato: meno ore di sostegno per tutti e alunni disabili lasciati per parecchie ore al proprio destino o inviati nei corridoi con i bidelli, che sono 10 mila in meno dello scorso anno.

E il prossimo anno? altri 40 mila posti in meno, e “riforma” della Scuola Superiore che taglierà ore di lezione e materie di insegnamento.

D'ora in poi la scuola italiana sarà ben più nettamente divisa in due di quanto non lo sia mai stata. Da un lato le scuole del fare, le scuole tecnico professionali e di formazione, che saranno una edizione moderna dell'avviamento professionale, destinate alle classi sociali più popolari del paese; dall'altra i licei, le nuove scuola di elite, ma alle quali parteciperanno sempre meno ragazzi.


Il 26 marzo si chiudono le iscrizioni alle scuole superiori. Le scuole, e gli istituti professionali in particolare, dove la decisione sull'indirizzo da scegliere va presa già al primo anno e non dopo il triennio come nel caso di istituti tecnici e licei, sono catapultate nel caos.

Famiglie e studenti di terza media sono nella grave difficoltà di non poter comprendere i cambiamenti pretesi e prodotti dalla riforma Gelmini, poiché non vi è stata la tempistica informativa utile e necessaria, poiché i Regolamenti sono stati firmati dal Presidente della Repubblica soltanto il 15 marzo e comparsi sul sito del ministero in prossimità di quella data, ma ancora non legittimi nel loro iter normativo. Paradossalmente, alla propaganda fatta dal ministro sull’ attuazione della riforma, coesiste l’ illegittimità dell’ iter normativo, il ministro è andato avanti a suon di circolari, mentre i Regolamenti attuativi, a tutt’ oggi, non sono ancora passati per la Corte dei Conti, perciò non sono stati ancora pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale!

In questa corsa furibonda del governo a voler attuare il taglio riforma fin dal prossimo anno, una cosa è certa: gli effetti della riforma sono ben noti ai docenti.

Una riforma, quella voluta dal ministro Gelmini, che in tutto risulta una controriforma. Proviamo a vedere che cosa dicono i Quadri Orari dei Nuovi Licei secondo la riforma gelmini, proviamo ad entrare nella sostanza dei cambiamenti che si vogliono imporre alla Scuola Italiana.

     

Riduzione dell’orario scolastico. 

Le famose asserzioni del ministro Gelmini: “Non possiamo credere all’assioma più insegnanti, più qualità”; "Meno ore, più approfondimenti!"; "Riforma epocale!".

 

Meno ore di lezione, meno insegnanti, meno offerta formativa, per tutti!

Confrontiamo i Piani dell'offerta formativa (Pof) dei licei italiani con i quadri orario della riforma. Per passare dalle attuali ore settimanali di studio dei Licei, in media 34, alle 27, la differenza di sette ore va a incidere complessivamente in tutte le materie, ma alcune vengono fortemente penalizzate.

 

Storia e geografia, accorpate, il monte ore è stato ridotto da 4 a 3 ore, in tutti gli indirizzi di studio.

Dal prossimo anno, i corsi bilingue al classico e allo scientifico, così come quelli Pni (Piano nazionale informatica) allo scientifico, saranno cancellati: meno ore di lezione e meno materie da studiare. Sparirà quasi totalmente il latino dal liceo linguistico. Subiranno un ridimensionamento le materie di indirizzo del liceo artistico.

I futuri licei, sei indirizzi: classico, scientifico, delle scienze umane, linguistico, artistico e musicale/coreutico.

 

Nel Liceo Classico si torna all’ impostazione gentiliana, superata a cominciare dagli anni settanta con le prime sperimentazioni e poi, dal 1988 grazie alla Legge Brocca, oltre allo studio della lingua straniera estesa all'intero quinquennio (e in alcuni corsi di lingue straniere se ne studiano addirittura due) prevede lo studio del diritto, economia, più matematica, e storia dell’ arte in tutto il quinquennio! Dal prossimo mese di settembre, nelle classi del liceo classico si studierà di meno: 27 ore al biennio e 31 al triennio. Risultato: meno matematica, lingua straniera e geografia; storia dell'arte, cancellata nel biennio; diritto è soppresso.

In tutti i Licei non artistici, ad esclusione del Liceo Scientifico che mantiene per tutta la durata del corso “Disegno e Storia dell’ arte” tra le materie di studio, la riforma cancella Disegno e Storia dell’ arte nel biennio; cancella il “Disegno” nel triennio e denomina la disciplina “Storia dell’ arte”;

Diritto viene cancellata dal curricolo di tutti i Licei con esclusione del solo Liceo delle Scienze Umane ad indirizzo economico.

Si studierà meno matematica in tutti i Licei. Compreso il Liceo Scientifico, dove gli attuali corsi con matematica e fisica potenziate o bilingue sono la maggioranza. Da settembre, gli orari vengono uniformati: 27 ore al biennio e 30 negli anni a seguire. Meno matematica, fisica e latino. Una sola lingua straniera anziché due.

L’ opzione di “Scienze Informatiche”, per il Liceo Scientifico, offre un piano studi identico a quello del “tradizionale”, con due ore di informatica al posto del latino. Scuole senza identità, senza caratteri forti!

L’ attuale Liceo Scientifico Tecnologico, nella logica gelminiana risulta impoverito, spogliato delle ore laboratoriali, é trasformato in istituto tecnico.

Il Liceo Artistico attualmente vanta, con la sperimentazione Michelangelo, 40 ore a settimana a partire dal primo e 43 all'ultimo anno, poiché disegnare, dipingere o a dare forma alla idee richiede ore di esercitazione in laboratorio. Al Leon Battista Alberti di Firenze i sette corsi diurni sono tutti sperimentali. Da settembre, con i sei indirizzi disponibili (arti figurative; architettura e ambiente; audiovisivo e multimedia; design; grafica; scenografia), saranno 34 ore al biennio e 35 ore settimanali al triennio. Il taglio interessa tutte le materie ad indirizzo artistico, il Disegno e le ore destinate ai laboratori.

Spariscono gli Istituti d’ Arte, che verranno assorbiti dagli Istituti Professionali, snaturati e cancellati importanti indirizzi delle arti applicate, ridotti gli orari di studio di tutte le materie e fatte sparire discipline caratterizzanti quali Comunicazione Visiva, Disegno Professionale e Storia dell’ arte! ... In parte, gli Istituti d’ arte potranno riconvertirsi in “Liceo Artistico”.

Il Liceo Linguistico, attualmente funzionante come sperimentazione (Brocca) presso gli ex istituti magistrali, è fortemente penalizzato dalla riforma. L’ attuale situazione è la media di 34 ore di lezioni alla settimana. Secondo Gelmini, il latino si studierà solo nel biennio, e si ridurranno le ore di italiano e di geografia. E ancora, spariranno: “Disegno e Storia dell’ arte”, e l’ opzione “Storia dell’ arte” nel biennio; “Disegno” nel triennio; Diritto in tutto il corso di studi. Si studierà meno matematica. Sparirà la compresenza tra i docenti madrelingua e di docenti di lingue straniere.

Stesso discorso per i Licei delle Scienze umane, che sostituiscono i Licei Socio -psicopedagogici, dove sono proprio le materie scientifiche e Disegno e Storia dell’ arte a pagare il prezzo più alto. Si taglia anche sulle materie d’ indirizzo, sociologia, psicologia, antropologia, pedagogia che vengono tutte accorpate e ridotte a un’ unica definizione “Scienze Umane”. Non si sa chi insegnerà e che cosa.

Sui Licei Musicali e i Coreutici occorre dire che saranno pochi gli studenti italiani che potranno frequentare le lezioni di strumento musicale e di danza. Delle 40 classi di liceo musicale ne saranno attivate soltanto 24, meno di una ogni quattro province. I coreutici, in Italia, si potranno contare sulle dita di una sola mano: saranno soltanto quattro e non si sa molto di coloro che insegneranno le discipline di indirizzo.

 

E I docenti? Con la legge 133 del 2008 nel triennio 2009-2011. I dati più accreditati dicono che vengono soppressi 87.400 posti per gli insegnanti e 45.334 posti per i tecnici e gli amministrativi.

I primi a perdere i posti di lavoro sono i precari; per quanto riguarda i docenti di ruolo che verranno dichiarati in esubero … difficile stimare le cifre, il sovraffollamento delle classi sarà generato anche dagli accorpamenti, oltre che dal riempimento delle classi prime. Non conosciamo ancora quali saranno gli organici, ma certamente i dati saranno ben più spietati di quanto possiamo immaginare: sulle classi di concorso tutto è incerto. Rinviato al prossimo anno il regolamento sulle nuove classi di concorso. Ma in ultima notizia, veniamo a sapere che, data la complessità delle procedure dei tagli, a pochi mesi dalla loro attuazione, la riforma genererà insegnanti cosiddetti “atipici”, cioè con la possibilità di insegnare in classi di concorso diverse dalla propria, per riutilizzarli, riciclarli, ovviamente. L’ incidenza sulla professionalità che tanto si avvale dell’ esperienza e dello studio che i docenti sviluppano personalmente, sarà altissima. E ancora una volta sui docenti cadranno tutte le incongruenze, gli squilibri e il peso di un sistema che sta tracollando: il caos totale sul futuro del secondo ciclo di istruzione. Non si sa quali saranno i nuovi corsi riformati, quante le ore di lezione effettive per alcune materie, quanti docenti saranno impiegati e quali programmi verranno adottati.

 

La riforma Gelmini deve essere abrogata. Si tratta di una riforma scellerata che non puo' essere corretta. Deve solo essere eliminata”. Ha asserito Antonio Di Pietro.