Potenziare ciò che è assente, anomala definizione

 

                                                                                  Ottobre 2019

 

Ci ricolleghiamo alla recente riforma scolastica, Legge 107/2016, con la promessa dell’ampliamento disciplinare e della reintroduzione dello studio della Storia dell’arte e del Disegno laddove cancellati. In concreto, è noto che la Legge si limita ad inserire “L’educazione all’arte e al patrimonio” tra le aree di “possibile” ampliamento dell’offerta formativa, subordinato alle decisioni delle singole scuole.

 

La Legge chiarisce l’intento semplicistico di assegnare alle scuole, in base all’organico di diritto, alcune ore complessive utili per attività didattiche oltre l’orario curriculare, di “potenziamento”, lasciando ai singoli Collegi Docenti la determinazione di come sviluppare tali attività con il fine di rafforzare l’autonomia didattica delle singole scuole.

 

Esaminiamone, pertanto, gli effetti sul sistema educativo italiano. Una prima raccolta dei dati ha dimostrato fin da subito il qualunquismo con il quale sia stata affrontata la doverosa e necessaria, di fatto assente, revisione dei curricoli per la valorizzazione dei Saperi dell’Arte. Nella realtà applicativa, Il “potenziamento”, laddove affidato a un docente di Disegno e/o Storia dell’arte in organico, viene per lo più impiegato dalla dirigenza e assegnato a tutta una serie di attività compensative dei vuoti strutturali presenti nel sistema scuola! Dalle supplenze temporanee su qualsiasi disciplina, a progetti di accoglienza verso studenti che non svolgono l’ora di Religione, a minime attività in compresenza con Storia o Italiano, ai viaggi studio o agli ‘sportelli’ per il recupero didattico.

 

Al quarto anno di applicazione della legge, nei curricoli proposti dalle istituzioni scolastiche si raccolgono esili esperienze di effettivo potenziamento disciplinare, a causa delle poche ore destinate e dell’impossibilità di soddisfare esigenze curricolari significative e continuative, se non ridotte a brevi corsi facoltativi e/o pomeridiani.

Nei collegi docenti, di fatto, chi promuove Il “diritto degli studenti alla formazione artistica”, quando i docenti delle discipline dell’arte sono assenti da anni nelle nostre scuole?

 

Riepilogando sui curricoli della scuola italiana: la disciplina Disegno e Storia dell’arte è presente nel quinquennio del solo Liceo Scientifico. Qui, un efficace e applicato “potenziamento” potrebbe rappresentare opportunità compensativa di arricchimento curricolare rispetto alle stringenti due ore settimanali di studio, ma negli altri Licei non artistici, Classico, Scienze Umane, Linguistico dove è presente il solo studio di “Storia dell’arte” nel triennio, permanendo il vuoto formativo del biennio voluto dalla precedente riforma “Gelmini”, come potenziare una disciplina assente nel curriculum? Come garantire a tutti gli studenti almeno due ore settimanali nel biennio, a causa di un “pacchetto ore” per l’autonomia di fatto non sufficienti a coprire tale richiesta?

Se nei casi più realizzati dei soli Licei, sempre secondo l’orientamento e la visione dei dirigenti scolastici, si riscontra l’introduzione sperimentale antimeridiana di un’ora settimanali di Storia dell’arte nei bienni Scienze Umane, Linguistico, o Classico, “nei limiti dell’organico dell’autonomia”, ciò avviene senza garanzia di poterla offrire a tutte le classi e senza poter garantire la valutazione agli studenti! Progetti troppo fragili che non si sostengono sul piano dei tempi necessari a modulare, sul piano didattico, contenuti essenziali e verificabili!

L’introduzione a brevi corsi pomeridiani facoltativi, opzionali di disegno o altre pratiche dell’arte, rivolti agli studenti che ne abbiano richiesta l’iscrizione, è divenuto ampliamento curricolare in alcuni Licei del nostro Paese: interessanti e formative le proposte, ma ancora una volta si tratta di opportunità fragili, poco consistenti, non sussistendo il sostegno di un asse formativo destinato a tutti, non occasionale, venendo a mancare l’apprendimento della “lingua comune di appartenenza”. 

Nei Professionali e negli Istituti Tecnici, l’assenza della disciplina è causa di assenza negli organici del ruolo stesso del docente di Disegno e storia dell’arte! Non risulta, nello storico, che singoli istituti abbiano mai fatto richiesta agli Uffici scolastici di tale ruolo. Pertanto, non esistendo la disciplina, non esiste neppure il potenziamento disciplinare. Permane il vuoto strutturale e formativo voluto dalla riforma “Gelmini”.

Permane nella scuola italiana la preponderante assenza dello studio di una disciplina fondamentale alla conoscenza e allo sviluppo della persona.

Contenuti essenziali delle discipline dell’arte, metodo e curricoli devono costituire l’asse di formazione per tutti i cittadini, per l’accrescimento della consapevolezza del proprio sé, a cui l’arte rinvia in senso soggettivo e storico, nonché per la costruzione della miglior relazione didattica.

 

Riaffermiamo l’obbligo a cui sono tenuti i governi di riconoscere il ruolo fondamentale dei Saperi dell’Arte nella formazione, rispetto ai quali non si può prescindere, in quanto accrescimento di abilità cognitive e di

responsabilità dell’individuo sulla conoscenza del Patrimonio Artistico con riferimento a tutto il potenziale di sviluppo economico per il Paese.

Una ‘buona scuola’ ha l’obbligo di costruirsi attorno alla formazione artistica, non necessariamente finalizzata a specifiche professionalità, ma per lo sviluppo del pensiero, dell’identità, dell’appartenenza dell’individuo a una comunità, alla storia; per lo sviluppo del saper fare, in un cammino individuale e collettivo; per il riconoscimento della bellezza, che avviene per comprensione e acquisizione interiore. Cogliendo nella priorità della conoscenza e del sapere dell’arte, i molti ulteriori potenziali di come avviene nell’ individuo la ‘trasformazione’ di contenuti, da uno stato psicologico ed emotivo critico, al passaggio in un altro, arricchito da nuove consapevolezze, introducendo l’alto valore che l’arte assume per una solida costruzione della psiche.

 

E’ complessivamente evidente che occorre ripensare a tutti i provvedimenti curricolari nella Scuola Italiana, in quanto non sono in linea con le aspettative di una società orientata alle nuove frontiere dei Saperi.

Questa non può che realizzarsi tramite il coinvolgimento dell’intero sistema: compito del Governo è trovare le soluzioni economiche, che scaturiranno dall’impegno di tutto il mondo imprenditoriale tenuto ad investire sulla scuola nell’ottica del miglioramento dell’intera società e dare forma a “Il Patto per la ricerca” rilanciare l'economia italiana.

 

ArtemDocere chiede pubblicamente a tutti i soggetti competenti del Miur che venga riaperto urgentemente un programma di reale riforma di tutto il sistema Scuola con revisione reale dei curricoli. A cominciare dalla Scuola Primaria, prevedendo l’impiego di docenti laureati accademici in Belle Arti, per proseguire con i programmi, il metodo e il tempo orario nella Scuola Media, e con la Scuola Superiore di secondo grado, ristabilendo il monte ore di studio per Disegno e Storia dell’arte in tutti gli indirizzi, per tutta la durata del quinquennio, con specifiche differenze pedagogiche e maggior orario in base all’ indirizzo, Licei, Tecnici e Professionali.

 

Marinella Galletti

Presidente Artem Docere